Uno spreco di risorse
Le nostre città, responsabili di quasi i tre quarti di tutte le emissioni di anidride carbonica con i loro edifici e mezzi di trasporto, stanno monopolizzando il consumo di energia primaria e soffocando il pianeta. Più della metà della popolazione mondiale (il 54% per la precisione) vive in città: una cifra che si prevede crescerà fino al 68% entro il 2050. L’edilizia necessaria per fare spazio ai nuovi arrivati, per esempio per il trasporto verso il cantiere di quantità sempre maggiori di acciaio, cemento, legno e vetro, contribuirà all’aumento sia del consumo di energia sia delle emissioni di anidride carbonica.
L’esigenza di raggiungere la carbon neutrality
I dati sono impietosi: sebbene occupino solo il 3% della superficie del pianeta, oggi le città divorano il 78% dell’energia primaria mondiale, creando più del 70% di tutte le emissioni di CO2. Per limitare l’innalzamento massimo della temperatura mondiale a 1,5°C, è fondamentale che le città diventino carbon neutral, azzerando le proprie emissioni entro la metà del secolo. In un mondo di risorse limitate e molti problemi, le soluzioni capaci di affrontare più questioni insieme sono essenziali.
Idee per affrontare i problemi
In un rapporto sviluppato in collaborazione con il World Economic Forum, Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo Enel, e Jean-Pascal Tricoire, Presidente e Amministratore Delegato di Schneider Electric, offrono alcune idee su come affrontare questi problemi. Parlano in particolare di un approccio legato all’efficienza sistemica, un modello energetico integrato che preveda energia elettrica pulita e tecnologia digitale smart, oltre a edifici e infrastrutture efficienti. Questo sistema dovrebbe anche includere un approccio in linea con l’economia circolare all’acqua, ai rifiuti e all’uso dei materiali, perché la pianificazione e le tecnologie digitali integrate nel settore degli edifici, dell’energia, dei mezzi di trasporto e dei sistemi idrici rappresentano un elemento centrale dell’efficienza sistemica.
Un approccio olistico
“Partendo da un approccio olistico le città hanno la possibilità di aumentare la resilienza per affrontare una serie di potenziali crisi climatiche e sanitarie in futuro”, si legge nel rapporto.
“L’obiettivo di questo modello è fornire soluzioni che permettano alle città di ripensare l’infrastruttura urbana per renderla più green, smart e resiliente, ma soprattutto più equa ed efficiente”.
La digitalizzazione è la chiave per il successo
Questo approccio olistico coinvolge la digitalizzazione, un passo chiave per l’integrazione e l’aumento dell’efficienza, e ci aiuta a pensare come migliorare il modo in cui i nostri edifici utilizzano l’energia per svolgere le loro attività. Perché non far sì che i pannelli solari sul tetto forniscano energia a tutto il quartiere invece che solo all’edificio su cui sono installati? Allo stesso modo le batterie dei veicoli elettrici accumulano energia per un veicolo, ma potrebbero essere usate per servire più beneficiari. Nel rapporto si sottolinea la necessità di “usare le tecnologie digitali per integrare e collegare questi singoli asset in tutta l’area urbana, progettando e rendendo più moderne le nostre città, più efficienti e accessibili”.
Un approccio integrato per soluzioni integrate
Il punto centrale è la necessità di soluzioni integrate come dimostra l’analisi dei flussi di energia che rendono evidente il bisogno di questo tipo di approccio. I flussi mostrano infatti che negli Stati Uniti, per fare un esempio, il 67,5% dell’energia primaria è usata solo nel trasporto dei combustibili fossili dal pozzo di estrazione al luogo finale di utilizzo e nel calore residuo prodotto quando vengono trasformati in energia e consumati.
Uno studio a cura di Rewiring America ha dimostrato che l’elettrificazione consentirebbe di risparmiare più della metà dell’energia di cui le città ritengono di avere bisogno.