Vantaggi della Demand-Side Flexibility
Primo studio in assoluto a quantificare i vantaggi della DSF
Lo studio rappresenta una pietra miliare per l'ulteriore sviluppo delle soluzioni di flessibilità della domanda, poiché rivela e quantifica chiaramente il ruolo cruciale del consumo flessibile per raggiungere la transizione energetica in modo sostenibile ed economicamente vantaggioso.
Responsabile di Enel X per le soluzioni di flessibilità e vicepresidente di smartEn
Elementi chiave dello studio
I risultati dello studio dimostrano che il DSF può avere un enorme impatto potenziale nel soddisfare il fabbisogno energetico e gli obiettivi di sostenibilità. In termini di offerta, il modello dello studio suggerisce che nel 2030 il sistema energetico mancherebbe di almeno 60 GW di capacità di generazione necessaria per far fronte ai picchi di domanda. Il trasferimento e la riduzione del carico (che sono componenti del DSF) potrebbero compensare la mancanza di offerta. Inoltre, la possibilità di attivare 60 GW di DSF farebbe risparmiare 2,7 miliardi di euro all'anno rispetto all'installazione di 60 GW di nuova capacità.
Per quanto riguarda la rete elettrica, il DSF a livello di UE27 comporterebbe un risparmio di 11,1-29,1 miliardi di euro di investimenti all'anno tra il 2023 e il 2030. Ciò rappresenta tra il 27% e l'80% del fabbisogno di investimenti previsto oggi nelle reti di distribuzione a bassa e media tensione per integrare nuovi carichi e capacità FER.
Per i consumatori, ci sarebbe un risparmio potenziale diretto di oltre 71 miliardi di euro all'anno sul consumo di elettricità. I risparmi indiretti annuali derivanti dalla riduzione dei costi dell'elettricità per le persone, le comunità e le imprese potrebbero raggiungere i 300 miliardi di euro.
I benefici all'ingrosso includono una significativa riduzione delle emissioni di gas serra (che ovviamente è un beneficio anche per le comunità). “Nel 2030 si risparmierebbero 37,5 milioni di tonnellate (Mt) di emissioni annuali di gas serra, pari all'8%, quasi 84 chili pro capite, il che significa che il settore energetico potrebbe superare l'obiettivo del ‘55% entro il 2030’”, si legge nello studio.